25.10.13

Lo strano nuovo mondo di internet

"Lo strano nuovo mondo di internet" recitava una copertina di Time nel 1994.
Ah, da noi sta per rinascere Forza Italia.

10.10.13

Grillo, i clandestini e la cialtronaggine

Grosse polemiche, oggi, dopo il post con cui i padroni del Movimento 5 stelle (Grillo e Casaleggio) hanno messo alla gogna i due senatori (Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi)rei di aver proposto un emendamento sull'abolizione del reato di clandestinità. L'emendamento, per la cronaca, ha ricevuto il parere favorevole del Governo ed è stato approvato in Commissione Giustizia.
Non voglio entrare nel merito del post dei proprietari del M5S, ma mi ha molto colpito un episodio di cialtroneria.
Nel post c'è un link
sotto le parole "molto più civili del nostro".
Incuriosito vado ad aprire il link, immaginando chissà quale ricerca, quale studio analitico.
Con mia enorme sorpresa, invece, il link porta a questa pagina.

Nientepopodimenoché una lettera a Sergio Romano, che allora teneva una rubrica sul Corriere della Sera. Lettera del 6 giugno 2008.
Una fonte (?) obsoleta. Ma non basta, perché nella lettera c'è un lettore che invoca severità contro l'immigrazione clandestina seguendo l'esempio degli USA ma la risposta di Romano avverte il lettore che sta incorrendo in errore e che l'esempio da lui posto non si riferisce ad un processo per il reato di immigrazione clandestina ma per utilizzo di documenti falsi.
Che dire, su un tema così importante 10 minuti per fare una ricerchina su google un po' più approfondita me li sarei aspettati da quelli che "adesso li apriamo come una scatoletta di tonno". #einvece

8.10.13

Altro che diversamente berlusconiani. Siamo alle solite.

Mentre sui giornali teneva ancora banco la giravolta in parlamento di Berlusconi sul voto di fiducia al governo Letta, ministri e sottosegretari tornano a dividersi sull'IMU.
Tornano i diktat del centrodestra e le resistenze del centrosinistra. Non riesco a non pensare che tutto ciò non è altro la continuazione del dibattito "berlusconi sì berlusconi no" che ci inchioda da 20 anni. Ancora una volta una falsa questione (perché l'IMU sulle case importanti con l'esenzione a 750 euro è una falsa questione) paralizza l'azione politica del Governo, così come in passato è accaduto con l'art. 18, con i DICO, con la lotta ai fannulloni e con mille altre chiacchiere da bar che si sono trascinate in Parlamento, in TV e sui giornali per mesi e mesi.
Non ne posso più. Non vedo l'ora, una volta e per tutte, di abbandonare questa prospettiva e di guardare finalmente avanti.
L'Italia ha bisogno di un cambiamento repentino e coraggioso.
Si badi, il coraggio non è quello che Giovanardi e Formigoni hanno mostrato voltando le spalle al loro leader ormai decadente e in procinto di essere cacciato dal Senato.
Quello, semmai, è l'ennesimo episodio di vile trasformismo, al quale purtroppo la politica ci ha abituati.
Loro sono coraggiosi quanto Scilpoti è responsabile.
Il coraggio, invece, è quello di rischiare qualcosa per ottenere qualcosa di più grande. Questo coraggio, in questo momento, lo può dimostrare solo il PD.
Rischiare la propria posizione di sterile predominanza in un governo anomalo per portare a compimento alcune delle riforme che aspettiamo da 20 anni.
Mettere mano alla macchina dello Stato, alla Pubblica Amministrazione, far ripartire l'agenda digitale, stabilire una direzione per il nostro sviluppo industriale.
Fare la legge elettorale.
I diversamente berlusconiani qualche giorno fa hanno semplicemente espresso un voto per salvaguardare le loro posizioni di potere nel Governo e nel sottogoverno. Chi si era illuso di trovarsi di fronte alla svolta storica, al parricidio, alla destra finalmente europea e alla palingenesi del centrodestra dovrà presto ricredersi. Sperando di non sprecare altro tempo coltivando illusioni.

3.10.13

Che noia Berlusconi e Giovanardi. Guardiamo avanti: Stazione Oltremare


Dopo le capriole di Berlusconi di ieri ho letto e ascoltato decine di interventi, analisi, discussioni. Da "per la prima volta Berlusconi è irrilevante" a "Letta ha vinto", da "non sottovalutate il caimano" a "finalmente nasce una destra moderna".
Beh, capisco che fosse in qualche maniera inevitabile, ma sono avvilito da tutto ciò. In particolare mi sconforta chi crede davvero che Quagliariello, Cicchitto, Alfano, Formigoni e Giovanardi possano far nascere una destra moderna, dove per moderna si intende, immagino, meno becera di quella che l'ha preceduta.
Berlusconi è finito il giorno in cui ha rassegnato le dimissioni da Presidente del Consiglio nel 2011. Da allora è minoritario, nel paese, in Parlamento, persino nel partito che ha fondato.
Tutto ciò che è accaduto da allora non è da ascrivere a lui, ma alla manifesta incapacità delle altre coalizioni. Da Monti a Bersani a Grillo hanno fatto a gara nel fare più errori, nel dissipare i milioni e milioni di voti persi dal PDL. Se uno di questi soggetti avesse avuto un progetto, un programma, una squadra di governo credibili, ora staremmo parlando di un'altra storia. Ma nel futuro dell'Italia non c'è più Silvio Berlusconi. Potrà darsi che la figlia Marina, che i più invocano come successora, riesca a prendere voti, forse gli attuali "scissionisti" riusciranno a tenere a galla il centrodestra, chissà, forse addirittura a governare. Ma la vocazione maggioritaria che ha sempre mosso Berlusconi è un lontano ricordo. I suoi proclami di rivoltare il Paese, il miracolo italiano, la rivoluzione liberale che ha millantato per 20 anni è fallita. Questo è un fatto.
Dal 2011 gli attori principali delle sorte politiche italiane si chiamano Napolitano, Monti, Bersani, Grillo, Letta. Domani (speriamo) Renzi. Di sicuro non Berlusconi.
Solo il tic inguaribile del centrosinistra e di parte dei media continua a far apparire Berlusconi al centro della scena. Se anche ieri avesse fatto cadere il governo, se anche avesse compattato tutto il PDL, nel nostro futuro non c'è Berlusconi. Non più.
E visto che non rappresenta più una ipotesi plausibile nel nostro futuro, io non ne voglio parlare più. Vorrei parlare di come tornare a fare politica. Di partecipazione e partiti. Di come, da sinistra, si possa costruire e sperimentare una nuova idea di Paese.
La prima occasione mi si presenterà tra pochi giorni, il 4 e 5 ottobre alla Mostra d'Oltremare di Napoli, con l'iniziativa "Stazione Oltremare".
Una due giorni di politica, nella quale discutere e confrontarsi su temi come "città, aree interne e fondi europei", "Pd: nuove forme di partecipazione", "Territorio: ambiente, energia e innovazione".
Il programma completo dell'iniziativa prevede la partecipazione di centinaia di giornalisti, amministratori, bloggers, cittadini, imprenditori e politici che hanno voglia di guardare avanti. Sperando che il congresso del PD si tenga presto.

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