30.7.13

Perché sono diventato favorevole alle primarie aperte


La prima volta che mi sono confrontato con il sistema delle primarie per individuare le candidature era il 1997. A Napoli c'erano da eleggere il Sindaco (e ben pochi dubbi c'erano sulla rielezione di Antonio Bassolino che, infatti, prese il 73%) ed il consiglio comunale.
L'allora segretario provinciale del PDS, Andrea Cozzolino, si fece promotore, tra i primissimi in Italia, delle elezioni primarie per l'individuazione dei candidati al consiglio comunale. Fu un'esperienza con luci ed ombre (certo niente al confronto di quella che avrebbe visto protagonista lo stesso Cozzolino nel 2011) ma ricordo perfettamente che all'epoca ero contrario alle primarie.
Il mio ragionamento era molto semplice (avevo 22 anni ed ero iscritto da 2 anni al PDS): un partito ha sostanzialmente due compiti, produrre idee e selezionare classe dirigente; se abdica al secondo compito diventa niente di più che un'associazione culturale. In più c'erano tutte le storture di un meccanismo come le primarie, dove chi era "popolare" aveva molte chances di essere selezionato rispetto a chi era solo bravo.
Il PDS a quelle elezioni ebbe un successo clamoroso, raggiunse il più alto risultato di sempre, andando oltre il 30%. Certamente influirono la forza di Antonio Bassolino ed il posizionamento del simbolo proprio a fianco del nome del Sindaco sulla scheda elettorale, ma è innegabile che anche l'esperimento delle primarie ebbe, tutto sommato, un impatto notevole.
L'episodio che mi fece cambiare idea definitivamente, però, sulla questione primarie accadde l'anno successivo, nel 1998. Spariva il PDS e nascevano i DS. Nella "cosa 2" come la chiamarono i giornali confluirono, tra gli altri, anche i Cristiano Sociali.
Ricordo che in sezione da me (la Vomero - Renato Caccioppoli), arrivò un elenco di Cristiano Sociali da inserire tra i tesserati. Erano una ottantina di nomi. La mia sezione aveva circa 300 tesserati all'epoca, ed erano 300 tesserati veri. All'improvviso ci veniva chiesto di inserire 80 nominativi sconosciuti (oltre il 25%) che avrebbero poi contribuito ad eleggere il segretario della sezione. Alla prima occasione, una assemblea degli iscritti, chiamammo gli 80 nomi che ci erano stati dati e scoprimmo che, in realtà, 70 di questi erano totalmente all'oscuro della loro iscrizione ai DS. Si trattava di tessere false. Sollevammo il problema con il segretario provinciale dell'epoca (Nicola Oddati) ma, come si usa fare in queste occasioni, ci venne detto che il problema era "politico" e che sarebbe stata trovata una soluzione. Ci fu una "mediazione" se così possiamo dire, ma indubitabilmente quello fu l'episodio che segnò l'inizio della fine della nostra sezione e, a mio modo di vedere, anche del disfacimento dei DS a Napoli.
In quel momento capì che parlare di "iscritti" molto spesso significa parlare di "tessere", fiches che si acquistano e che danno diritto ad un certo peso negli organismi decisionali. Chi aveva comprato quelle 80 tessere avrebbe contato per il 25% in un organismo mentre il suo peso reale era il 3%.
Nell'immaginario collettivo, quando si parla di iscritti si pensa ai compagni delle feste dell'Unità che si ammazzano di lavoro per raccogliere fondi, la verità è, invece, che si dovrebbe pensare ai pacchetti di tessere che, specialmente al sud, sono una triste e consolidata tradizione.
Se avessero contato solo gli "iscritti", Pisapia e Vendola non avrebbero mai avuto la possibilità di vincere le elezioni a Milano e in Puglia, al loro posto ci sarebbero stati i perdenti di sempre.
Per tutti questi motivi oggi sono favorevole a prendere le decisioni con il sistema delle primarie aperte, che sono sicuramente un sistema pieno di falle, ma almeno consentono di arginare il sistema semplice semplice dell'acquisto dei pacchetti di tessere. Con le primarie aperte la gente ai seggi ce la devi portare e, in questo senso, uno sforzo per favorire la partecipazione lo devi fare. Poi, certo, chi è determinato ad imbrogliare si inventa i cinesi, ma poi deve fare i conti con l'opinione pubblica e, infatti, quelle primarie vennero annullate.


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