21.7.11

Sconto sui libri? Max 15%


Il Senato della Repubblica ha approvato, il 20 luglio 2011, nella distrazione generale, la legge (in attesa di pubblicazione) recante la "Nuova disciplina del prezzo dei libri"
Si tratta di un provvedimento che entrerà in vigore dal 1° settembre 2011 e che ha per oggetto la percentuale massima di sconto sul prezzo di copertina praticabile dalle librerie. Fortemente appoggiato dall'Associazione italiana editori , il provvedimento ha l'obiettivo esplicito di colpire i giganti della distribuzione online come IBS e, soprattutto, Amazon, con il benestare del mondo politico unanime (eccezion fatta per i radicali).
Qualche breve considerazione critica sul punto (non siamo i soli). Per difendere le librerie si cerca di limitare la competitività dei distributori on line. Amazon e IBS offrono libri scontati del 40% e oltre, mentre in libreria lo sconto medio è del 5-10%. Allora, si dev'essere detto il legislatore, limitiamo per legge lo sconto possibile. Tutto bene? Ma neanche per sogno. Innanzitutto, da domani in poi immagino che provvedimenti simili vengano presi per tutte le categorie merceologiche passibili di vendita tradizionale e online. Vestiti, scarpe, borse, articoli sportivi, giocattoli, francobolli, articoli informatici, CD, DVD e chi più ne ha più ne metta. Cos'hanno, infatti, le piccole librerie di giuridicamente diverso dalle piccole rivendite di scarpe e dai piccoli negozi di articoli sportivi? A mio avviso, niente e immaginiamo che da domani cominci la questua delle associazioni di categoria per avere, anche loro, prezzi imposti per legge. La legge è sbagliata e, come rileva il Direttore Generale dell'Istituto Bruno Leoni, rappresenta solo l'ennesima dimostrazione di incompetenza e arretratezza della nostra classe politica. Ma quello che nessuno ha pensato è che la legge è anche inutile. Ad Amazon ed IBS ed a chiunque altro voglia aggirare lo stupido divieto basterà distribuire sconti attraverso i punti fedeltà o i buoni acquisto, fattispecie non prevista (e quindi non vietata) dal testo approvato.
Andiamo avanti così. Facciamoci del male.

3 commenti:

  1. a mio modesto avviso hai ragione sul fatto che poi tutte le varie categorie andranno a batter cassa per avere protezione, ma, per le librerie, mi permetto di esprimere un parere diverso; le piccole librerie sono le uniche che permettono agli editori poco noti, magari associazioni amatoriali, a riviste molto «connotate» in termini di radicalità politica, di avere una visibilità; le grandi catene librarie soffocheranno l'editoria indipendente, e questo provvedimento non le salverà, ma è. a mio modesto avviso, giusto

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  2. Ciao diegod56 e grazie per il commento.
    Io la penso diversamente. Credo che sia più semplice trovare un libro dell'editoria indipendente in una grande libreria come Fnac o Feltrinelli piuttosto che in una piccola libreria, che avrà sempre l'esigenza di comprare (ed esporre) prodotti che si vendono facilmente.
    E credo, ma le parole dei protagonisti mi confortano in questo, che questa legge sia pensata per proteggere le grandi catene librarie "cartacee" contro le grandi catene "on line". Insomma, una guerra tra titani, in cui non c'entrano niente né la cultura né la salvaguardia dei piccoli editori. E in cui, naturalmente, chi ci rimette è il lettore, che pagherà di più.

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  3. è un piacere interloquire con chi come te si esprime con pacata chiarezza

    in effetti io ho raccolto l’opinione del libraio presso il quale acquisto comunemente i libri e mi ha spiegato che, secondo lui, la concorrenza delle grandi catene, tipo giunti o mondadori, è troppo insostenibile senza un limite agli sconti

    certo, probabilmente è la questione on line quella davvero sul tappeto, e potrebbe anche essere che vi sia lo «scontro fra titani» e nel contempo anche i problemi dei «piccoli» che senza la scolastica non ce la fanno, per lo meno in città di provincia

    comunque, a rileggerti, ho messo il bookmark

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